Gestalt Play Therapy
La psicoterapia della gestalt per bambini e adolescenti
secondo il metodo di Violet Oaklander
Il modello che utilizziamo è quello della Gestalt Play Therapy, elaborato da Violet Oaklander. Attraverso la Gestalt Play Therapy, all’interno di una relazione empatica e non giudicante, i bambini possono imparare a sentire le proprie emozioni e ad imparare a gestirle, a rafforzare il sé, a trovare il modo di stare al mondo che più si adatta a loro. Strumenti terapeutici fortemente usati nelle sedute possono essere il disegno, la pittura, la scultura con l'argilla, i pupazzi, il racconto, la musica oltre che il gioco in generale. Queste attività collaborano nella creazione di un contatto con il bambino e ci aiutano ad accedere al suo mondo interno. Secondo Violet Oaklander, infatti, ciò che porta un bambino in terapia è riconducibile principalmente a due grandi ordini di ragioni: difficoltà di contatto e un senso di sé debole. L'obiettivo principale della terapia è dunque aiutare i bambini nell’accettazione e nell’integrazione di parti del sé che sono responsabili per comportamenti non adattivi, fortificando quindi la sicurezza interna del bambino e aiutandolo a distinguere le parti di sé che gli appartengono da quei messaggi negativi introiettati dal mondo esterno. Il lavoro si basa in larga misura sulla costruzione del senso del sé del bambino, attraverso un rafforzamento del contatto con i suoi sensi, il corpo, le emozioni e l'intelletto.

La psicoterapia è l’arte che promuove la crescita
e lo sviluppo armonioso di ogni individuo
e può essere un processo utile per aiutare i nostri
figli e tutti i componenti della famiglia a sbloccarsi da un momento di impasse, di arresto evolutivo.
La ricerca di un cambiamento per arrivare a un nuovo equilibrio rappresenta un momento di crisi che non sempre può essere ascoltato e sostenuto dai genitori di bambini e adolescenti.
Molto spesso anzi il processo di crescita viene bloccato da difficoltà interne o anche da momenti stressanti e difficili che l’intera famiglia può attraversare.
La psicoterapia è l’arte che promuove la crescita
e lo sviluppo armonioso di ogni individuo
e può essere un processo utile per aiutare i nostri
figli e tutti i componenti della famiglia a sbloccarsi da un momento di impasse, di arresto evolutivo.
La ricerca di un cambiamento per arrivare a un nuovo equilibrio rappresenta un momento di crisi che non sempre può essere ascoltato e sostenuto dai genitori di bambini e adolescenti.
Molto spesso anzi il processo di crescita viene bloccato da difficoltà interne o anche da momenti stressanti e difficili che l’intera famiglia può attraversare.
Portare i propri figli da uno psicoterapeuta significa fare luce su una loro difficoltà ad affrontare uno o più aspetti della loro vita oppure un sintomo specifico che può essere sia fisico che psicologico.
Questo coinvolge inevitabilmente tutta la famiglia:
- da un punto di vista legale perché quando i figli sono minorenni è necessaria la firma di entrambe i genitori del consenso informato e del modulo sulla privacy e sul trattamento dei dati personali
- da un punto di vista pratico perché i genitori sono quelli che devono sostenere lo svolgimento del percorso dal punto di vista organizzativo ed economico
- da un punto di vista psicologico e relazionale, infatti il disagio/sintomo del bambino/ragazzo rappresenta la spia, il portavoce della situazione di difficoltà che più in generale vive l’intera famiglia, ne è influenzato e a sua volta la influenza.
- da un punto di vista psico-educativo in quanto i progressi che fanno i figli devono essere supportati e favoriti da un clima relazionale il più positivo possibile e da uno stile educativo efficace e coerente con le esigenze di sviluppo.
Cosa porta bambini e adolescenti in terapia:
Il bambino, ancora più di noi adulti, non sa comunicare il proprio malessere e individuare il significato di ciò che sta vivendo e usa i sintomi corporei e i comportamenti per dire simbolicamente ciò che non sa dire esplicitamente ovvero ciò che non va in se stesso e nella sua famiglia e che blocca la crescita e l’evoluzione naturale.
Compito della psicoterapia è tradurre in una maniera più elaborata, comprensibile e sopportabile per bambino e per i genitori quello che il piccolo sente e accompagnare i genitori all’acquisizione di nuove consapevolezze.
Quindi se da una parte lo scopo della terapia è individuare le difficoltà affettive, relazionali ed educative della famiglia che bloccano la crescita e spingono alla regressione e a comportamenti auto/etero distruttivi, dall’altra è quello di accompagnare i genitori verso una formazione personale utile allo sviluppo di una capacità empatica e di un’autentica spinta all’autonomia nonché dargli la possibilità di intravedere una un’impostazione educativa più adeguata al contesto e alle esigenze del figlio.
E’ fondamentale lavorare sull’espressione, la comunicazione e la comprensione delle emozioni e delle difficoltà e dargli la possibilità di sperimentare uno spazio di accoglienza senza giudizio per stimolare e promuovere accettazione, fiducia in se stessi, capacità adattive e creative.
Il terapeuta accoglie e da voce a tutte le parti del bambino anche quelle meno accettate per favorire una crescita completa ed evitare la formazione di giudizi, pregiudizi, “non-detti” non elaborati, repressioni.
Il lavoro deve essere orientato a trasformare l’ambiente intorno al bambino comprendendo da lui stesso cosa è nocivo per il suo benessere e cosa addirittura diventa abuso e maltrattamento.
Il percorso
Il linguaggio e la comunicazione verbale non possono essere l’unica strada per comunicare e instaurare una relazione significativa e terapeutica con il bambino.
Il gioco e i linguaggi artistici e simbolici diventano un prezioso supporto anche se accompagnati sempre dalla rielaborazione linguistica e quindi dalla traduzione in termini più elaborati e condivisibili delle esperienze fatte.
La psicoterapia infantile inizia come individuale (almeno qualche colloquio conoscitivo) e poi può essere sostituita o integrata con una psicoterapia di gruppo.
I metodi usati sono: giochi con il corpo, musica, giochi di relazione, giochi con pupazzi e marionette, fantasie guidate, fiabe raccontate, inventate e drammatizzate, disegno e espressione con il colore, argilla, sabbia, costruzioni.
Scopo ultimo della psicoterapia infantile è il miglioramento della qualità della vita del bambino e dell’intera famiglia e la promozione della crescita, dello sviluppo delle potenzialità specifiche di quel bambino, dell’adattamento creativo alla realtà circostante e NON cambiare il bambino per farlo essere più uguale a un modello di perfezione o per non fargli creare problemi.
Il bambino è una persona che va rispettata nella sua soggettività, libertà di espressione e tutelato nella sua crescita e nella sua spinta all’autonomia rispettando tutti i suoi sentimenti e le sue difficoltà.
Questo coinvolge inevitabilmente tutta la famiglia:
- da un punto di vista legale perché quando i figli sono minorenni è necessaria la firma di entrambe i genitori del consenso informato e del modulo sulla privacy e sul trattamento dei dati personali
- da un punto di vista pratico perché i genitori sono quelli che devono sostenere lo svolgimento del percorso dal punto di vista organizzativo ed economico
- da un punto di vista psicologico e relazionale, infatti il disagio/sintomo del bambino/ragazzo rappresenta la spia, il portavoce della situazione di difficoltà che più in generale vive l’intera famiglia, ne è influenzato e a sua volta la influenza.
- da un punto di vista psico-educativo in quanto i progressi che fanno i figli devono essere supportati e favoriti da un clima relazionale il più positivo possibile e da uno stile educativo efficace e coerente con le esigenze di sviluppo.
Cosa porta bambini e adolescenti in terapia:
- difficoltà ad affrontare una particolare fase dello sviluppo
- difficoltà ad affrontare situazioni specifiche e/o traumatiche (separazione dei genitori, nascita di un nuovo fratello, lutti, traumi, malattie fisiche ecc.)
- manifestazione di un particolare sintomo e/o disturbo, fisico (sintomi psicosomatici) e psicologico, legati a tutte le funzioni e le attività (linguaggio, sonno, alimentazione, apprendimento, socializzazione ecc.)
Il bambino, ancora più di noi adulti, non sa comunicare il proprio malessere e individuare il significato di ciò che sta vivendo e usa i sintomi corporei e i comportamenti per dire simbolicamente ciò che non sa dire esplicitamente ovvero ciò che non va in se stesso e nella sua famiglia e che blocca la crescita e l’evoluzione naturale.
Compito della psicoterapia è tradurre in una maniera più elaborata, comprensibile e sopportabile per bambino e per i genitori quello che il piccolo sente e accompagnare i genitori all’acquisizione di nuove consapevolezze.
Quindi se da una parte lo scopo della terapia è individuare le difficoltà affettive, relazionali ed educative della famiglia che bloccano la crescita e spingono alla regressione e a comportamenti auto/etero distruttivi, dall’altra è quello di accompagnare i genitori verso una formazione personale utile allo sviluppo di una capacità empatica e di un’autentica spinta all’autonomia nonché dargli la possibilità di intravedere una un’impostazione educativa più adeguata al contesto e alle esigenze del figlio.
E’ fondamentale lavorare sull’espressione, la comunicazione e la comprensione delle emozioni e delle difficoltà e dargli la possibilità di sperimentare uno spazio di accoglienza senza giudizio per stimolare e promuovere accettazione, fiducia in se stessi, capacità adattive e creative.
Il terapeuta accoglie e da voce a tutte le parti del bambino anche quelle meno accettate per favorire una crescita completa ed evitare la formazione di giudizi, pregiudizi, “non-detti” non elaborati, repressioni.
Il lavoro deve essere orientato a trasformare l’ambiente intorno al bambino comprendendo da lui stesso cosa è nocivo per il suo benessere e cosa addirittura diventa abuso e maltrattamento.
Il percorso
Il linguaggio e la comunicazione verbale non possono essere l’unica strada per comunicare e instaurare una relazione significativa e terapeutica con il bambino.
Il gioco e i linguaggi artistici e simbolici diventano un prezioso supporto anche se accompagnati sempre dalla rielaborazione linguistica e quindi dalla traduzione in termini più elaborati e condivisibili delle esperienze fatte.
La psicoterapia infantile inizia come individuale (almeno qualche colloquio conoscitivo) e poi può essere sostituita o integrata con una psicoterapia di gruppo.
I metodi usati sono: giochi con il corpo, musica, giochi di relazione, giochi con pupazzi e marionette, fantasie guidate, fiabe raccontate, inventate e drammatizzate, disegno e espressione con il colore, argilla, sabbia, costruzioni.
Scopo ultimo della psicoterapia infantile è il miglioramento della qualità della vita del bambino e dell’intera famiglia e la promozione della crescita, dello sviluppo delle potenzialità specifiche di quel bambino, dell’adattamento creativo alla realtà circostante e NON cambiare il bambino per farlo essere più uguale a un modello di perfezione o per non fargli creare problemi.
Il bambino è una persona che va rispettata nella sua soggettività, libertà di espressione e tutelato nella sua crescita e nella sua spinta all’autonomia rispettando tutti i suoi sentimenti e le sue difficoltà.